Per il caro zio Freud, il
concetto di Skype Therapy sarebbe stata fantascienza e non scienza!
E non nego che
inizialmente, quando mi si presentò l’esigenza di seguire una persona con cui
avevo iniziato un percorso a studio via Skype, dovetti riconsiderare il mio
concetto di terapia, oltre che la mia nota idiosincrasia con tutto ciò che è
tecnologico.
Superata l’iniziale
perplessità, mi resi subito conto dell’incredibile potenzialità ed efficacia di
questo mezzo, che non deve assolutamente sostituirsi al contatto diretto con il
paziente, bensì semplificarne le concrete difficoltà di spostamento.
Pensate a tutte quelle
persone che, per motivi lavorativi, viaggiano costantemente, e faticherebbero a
rispettare un appuntamento settimanale a studio, oppure a quei pazienti con disabilità motorie o con
temporanei blocchi nel lasciare la propria abitazione, come ad esempio molte
persone, che per via dell’attacco di panico ormai vivono recluse in casa.Questo
primo contatto via skype può allora rappresentare una preziosissima chance per essere aiutati a raggiungere il
primo importante obbiettivo:uscire . Credo insomma che la Skype Therapy sia un valido mezzo per per chi non avrebbe altrimenti potuto
concedersi un percorso.
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